Redazione / Approfondimento

Un nuovo Softcallable su indici ideato da Leonteq

Il Phoenix Memory Softcallable di Leonteq offre un rendimento potenziale pari al 7,1% annuo a fronte di un rischio decisamente limitato

Articolo del 13/02/2023 a cura della redazione

Arrivano i primi, timidi, segnali di scricchiolio del trend rialzista che imperversa sui mercati europei dalla metà di ottobre 2022, con un’unica pausa di consolidamento alla fine dello scorso anno, prima di un nuovo impulso rialzista di ampiezza pari al precedente e di una violenza anche superiore, che ha portato, ad esempio, il nostro FTSE Mib in area 28.000, sui massimi del post Lehman, massimi in realtà ampiamente aggiornati se non si computasse l’effetto dividendi (l’indice Total Return è sui massimi storici). Tra i titoli a mostrare maggior debolezza nelle ultime sedute non possiamo non citare il comparto bancario, che pure aveva corso parecchio negli ultimi mesi, con Unicredit tornata addirittura in area 20 euro dopo oltre 4 anni e Banco BPM oltre i 4 euro, per la prima volta dopo la fusione tra BPM ed il Banco Popolare del 2016. Rally concluso? Tecnicamente è ancora impossibile parlare di cambio della tendenza principale, anche se bisogna essere pronti anche ad affrontare affondi verso il basso più marcati da parte delle azioni europee, dopo una cavalcata così poderosa.

Ad ogni modo, con Vix e Vstoxx tornati al di sopra dei 20 punti, tornano interessanti alcune strutture emesse nelle scorse settimane la cui quotazione si era spinta leggermente troppo oltre il valore nominale ed i cui sottostanti si erano già allontanati da strike, sebbene, nel caso specifico che vedremo tra poco, fossero indici azionari e quindi peculiarmente meno volatili dei singoli titoli. Selezionare un certificato scritto su indici significa infatti esporsi su sottostanti intrinsecamente diversificati (sebbene ovviamente alcuni indici abbiano al proprio interno componenti settoriali e geografiche differenti rispetto ad altri), e pertanto caratterizzati da una volatilità e da un rischio inferiore rispetto a moltissimi sottostanti azionari.

Scendendo nei particolari, il certificato in questione è il Phoenix Memory Softcallable (ISIN: CH1243095861) emesso da Leonteq. Il prodotto prevede premi condizionati pari allo 0,6% mensile (7,2% p.a.) con barriera posta al 60% dei rispettivi strike price, è scritto su un basket composto da EuroStoxx 50, FTSE 100, Nasdaq 100 e FTSE Mib ed ha durata residua di quasi 3 anni, con l’opzione in capo all’emittente, a partire da maggio 2023 e alle successive date mensili previste dalla documentazione, di richiamo discrezionale del prodotto, rimborsando il valore nominale, pari a 1.000 euro, oltre ad un’ultima cedola dello 0,6%. Nell’eventualità di richiamo alla prima data utile, all’investitore andranno in ogni caso almeno 1.024 euro complessivi, un importo che giustifica anche acquisti di poco sopra la pari.

Qualora si giunga alla data di osservazione finale del 26 gennaio 2026 senza che il certificato sia stato richiamato anticipatamente, il prodotto rimborserà il proprio valore nominale qualora il Nasdaq 100, indice peggiore che attualmente compone il paniere (al 101,35% dello strike price) non perda un ulteriore -41% circa dalla quotazione corrente (barriera capitale posta a 7.147,4316 punti base, livello posto poco al di sopra dei minimi pandemici). Al di sotto del livello barriera il valore di rimborso del certificato verrà invece diminuito della performance negativa del titolo worst of, che verrà calcolata a partire dallo strike price.

Il certificato è quotato ad un prezzo lettera poco superiore alla parità, con un rendimento complessivo ottenibile dall’investitore pari al 20,7% in circa tre anni (7% circa su base annua), in caso di mantenimento della barriera capitale.