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Forum Home > Certificati e Derivati > Le nuove emissioni: Approfondimenti e Studi
FONDO COMUNE vs CERTIFICATO
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leon3037
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Inviato il: 23/06/2006 - 10:44:18 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

E’ da tempo che stavo pensando di realizzare questo studio, ma poi ho sempre desistito credendo di non poter accostare i due strumenti di investimento, perché troppo diversi tra loro.
Ma in effetti, devo dire che mi sbagliavo , o almeno, non sono così imparagonabili.

Quello che mi ha spinto a fare questa analisi, è il pensiero di quanti risparmiatori hanno avuto, e hanno ancora a che fare con fondi comuni di investimento, senza sapere che il mercato nel frattempo si sta evolvendo (ETF, Certificati).

La più grande difficoltà nel far entrare , dove ce ne sia motivo, dei prodotti alternativi nei portafogli dei clienti di banche e promotori, sta nell’assenza di fee o guadagni, sia nel collocamento che nel mantenimento di un investimento diverso dai canonici fondi o gestioni.

Però voglio ugualmente affrontare la questione, con la speranza di fare chiarezza e informazione, purtroppo finora non adeguata a parer mio.


leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 10:46:15 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

Il patrimonio complessivo dei fondi comuni Italiani (dati Assogestioni) è passato dai 565.968,9 milioni di euro del luglio 2000 ai 601.257,7 milioni di maggio 2006, mentre la raccolta netta è passata da 34.924 milioni del 2000 agli 8.443 milioni del 2005 (dati totali annui). C’è da rilevare che nel 2000 la raccolta su Hedge Fund era inesistente, mentre la raccolta su fondi azionari era di 63.551 milioni di euro nel 2000 e addirittura negativa a fine 2005





Dal grafico fornito da Assogestioni si rileva che ben più della metà del Risparmio gestito in Italia è in mano al retail, ossia le famiglie che investono in fondi comuni e gestioni
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 10:49:40 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

STUDIO NR°1

Una buona parte di questi investitori, sarà senz’altro capitata almeno una volta su un fondo azionario, e per la mia analisi ho scelto uno dei fondi più rappresentativi, non il migliore, ma uno di quelli con il patrimonio maggiore, ossia uno di quelli che più facilmente è nei portafogli degli investitori italiani.

NEXTRA AZIONI ITALIA

Dal sito CAAMSGR rileviamo i seguenti dati:

Tipologia di fondo

Fondo aperto di diritto italiano armonizzato conforme a UCITS III, ad accumulazione dei proventi.


Categoria Assogestioni

Azionario Italia


Data Partenza

10/07/1996


Indirizzo degli investimenti

Il fondo investe principalmente in titoli azionaria di emittenti italiani a media ed elevata capitalizzazione di tutti i settori economici e denominati in Euro.


Grado di rischio

Alto


Specifici fattori di rischio

Paesi Emergenti: È escluso l’investimento in strumenti finanziari di
emittenti di Paesi Emergenti.


Orizzonte temporale

Oltre 5 anni


Benchmark

Dal 01/01/02 il fondo ha cambiato benchmark:
- 100% Comit Globale Rif.


Operazioni in strumenti derivati

La SGR ha facoltà di utilizzare strumenti finanziari derivati con finalità di:
- copertura dei rischi;
- efficiente gestione del portafoglio;
- in via residuale di investimento.


Commissioni di sottoscrizione

non presenti


Commissioni di rimborso

non presenti


Commissioni di gestione

1,95% all'anno


Commissioni di incentivo

Pari al 20% dell'overperformance rispetto al benchmark di riferimento.


leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 10:52:10 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

Il portafoglio è quindi così composto





I primi 10 titoli in portafoglio sono:



ENI
UNICREDITO
TELECOM ITALIA SPA-RNC
ENEL
GENERALI ASSICURAZ.
FINMECCANICA
MEDIOBANCA
SAN PAOLO IMI
BANCA INTESA SPA
TELECOM ITALIA SPA
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 10:53:15 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

E il raffronto con il benchmark propone questa situazione




Ora , possiamo quindi asserire senza poter essere smentiti, che questo fondo, anche per il benchmark che ha (indice COMIT), segue in maniera pressochè fedele l’andamento dell’indice s&p/mib. Del resto anche i primi 10 titoli in portafoglio non lasciano dubbi, e il 99% investito in azioni area euro, e più in dettaglio Italia, fanno pensare che si replica l’indice italiano a tutti gli effetti.
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 10:55:20 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

Iniziamo la simulazione:

Questo è l’andamento della quota , normalizzato a 100 euro, dal 20/06/2002 al 20/06/2006




Mentre l’indice MIB30 (o S&P/MIB da quando è stato introdotto), nello stesso periodo è cresciuto del 27,1% al netto dei dividendi , la quota si è incrementata di un 30% abbondante, dividendi inclusi.
I dividendi pesano per un 4,5% circa annuo, quindi in 4 anni, possiamo dire che un 18% è stato accumulato sulla quota del fondo.

In definitiva, il fondo non è riuscito a partecipare al 100% alla variazione dell’indice.

Ovviamente non dobbiamo dimenticare che il fondo è soggetto ad una commissione annua di gestione del 1,95% e quindi 8pct sarebbero da aggiungere alla performance del Gestore: ma in tasca al risparmiatore non ci sono andati, quindi non li consideriamo.
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 10:58:44 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

Ora però, cambiamo orizzonte temporale, e consideriamo un ingresso a febbraio 2000, mese di maggiori ingressi su fondi azionari come testimoniano i dati di Assogestioni





In questo caso, e non sono pochi purtroppo i risparmiatori ancora “incastrati”, il discorso cambia




Dividendi inclusi, possiamo dire che si è fortunati se si è in pari, in 6 anni.



La responsabilità però non è del Gestore, perché nello stesso periodo, l’indice italiano ha “perso” il 30% al netto dei dividendi, ossia , in 6 anni, al 4,5% circa annuo, ha portato indicativamente lo stesso rendimento del fondo
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 11:01:08 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

Ultimo scenario di simulazione passata. Entrata sul fondo in uno dei momenti peggiori, e calcolo a 4 anni e 4 mesi. E il 2004 in effetti fu un anno di importanti uscite dai fondi azionari italiani come dimostra sempre Assogestioni





Il risultato, pur avendo incamerato i dividendi, è decisamente negativo. Del 20% circa. E , ovviamente, l’indice ha fatto, al netto dei dividendi, un tondo -40%.

leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 11:02:39 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

Ora che abbiamo sviscerato il rendimento del fondo, proviamo a sostituire l’indice azionario con un
EQUITY PROTECTION

Certificato a protezione del capitale, totale. Partecipazione del 100%. Scadenze dai 3 ai 6 anni.

La replica dell’indice sottostante è fedele. Al momento dell’emissione del prodotto si ricava il prezzo di riferimento sul quale verrà applicata la protezione totale. Da quel momento i 100 euro nominali sono garantiti, a scadenza. E nel caso in cui a scadenza venga rilevato un valore maggiore al prezzo di riferimento iniziale, verrà riconosciuta sui 100 euro, l’intera performance positiva.

Cosa sarebbe successo se l’investitore avesse acquistato un EQUITY PROTECTION anziché il fondo comune?
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 11:11:10 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

DATI UTILI AL CONFRONTO

-I certificati non distribuiscono dividendi.
-I certificati sono quotati al Sedex e sono vendibili/acquistabili in tempo reale con il solo costo di un eseguito azionario. Il fondo comune è soggetto a ritardi di due/tre giorni per essere venduto/switchato e i costi sono variabili.
-La liquidità sul conto è immediata (T+3) per il certificato, a qualche giorno con i fondi.
-I certificati non garantiscono durante la vita residua che il bid-ask rispecchi il valore dell’indice sottostante: infatti, volatilità time decay e dividendi attesi ne influenzano la quotazione. Il fondo comune ha una quota fornita a fine giornata per la seduta precedente ed è sempre liquidabile ad un prezzo indicativamente noto.
-In presenza di una forte correzione o shock finanziario, il certificato garantisce la liquidità immediata, il fondo comune come dicevamo, non da’ scampo e subisce almeno due giorni di permanenza sul mercato.
-il certificato ha una durata prestabilita e le prestazioni sono garantite solamente a scadenza. Il fondo comune invece non ha scadenza e si può uscire quando si vuole. C’è però da dire che la duration di un fondo azionario è di 5 anni. Quindi moltissimi risparmiatori restano fermi per questo arco di tempo.
- Il certificato offre garanzia del capitale. Il fondo non offre alcuna garanzia

leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 11:12:09 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

leon3037 ha scritto:
Iniziamo la simulazione:

Questo è l’andamento della quota , normalizzato a 100 euro, dal 20/06/2002 al 20/06/2006




Mentre l’indice MIB30 (o S&P/MIB da quando è stato introdotto), nello stesso periodo è cresciuto del 27,1% al netto dei dividendi , la quota si è incrementata di un 30% abbondante, dividendi inclusi.
I dividendi pesano per un 4,5% circa annuo, quindi in 4 anni, possiamo dire che un 18% è stato accumulato sulla quota del fondo.

In definitiva, il fondo non è riuscito a partecipare al 100% alla variazione dell’indice.

Ovviamente non dobbiamo dimenticare che il fondo è soggetto ad una commissione annua di gestione del 1,95% e quindi 8pct sarebbero da aggiungere alla performance del Gestore: ma in tasca al risparmiatore non ci sono andati, quindi non li consideriamo.




SCENARIO 1

Non sarebbe cambiato molto. Il 27% del certificato a fronte di un 30% del fondo.
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 11:13:47 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

leon3037 ha scritto:
Ora però, cambiamo orizzonte temporale, e consideriamo un ingresso a febbraio 2000, mese di maggiori ingressi su fondi azionari come testimoniano i dati di Assogestioni




In questo caso, e non sono pochi purtroppo i risparmiatori ancora “incastrati”, il discorso cambia




Dividendi inclusi, possiamo dire che si è fortunati se si è in pari, in 6 anni.



La responsabilità però non è del Gestore, perché nello stesso periodo, l’indice italiano ha “perso” il 30% al netto dei dividendi, ossia , in 6 anni, al 4,5% circa annuo, ha portato indicativamente lo stesso rendimento del fondo




SCENARIO 2


Anche in questo caso, non sarebbe cambiato niente, grazie ai dividendi accumulati per il fondo, e grazie alla protezione del capitale per il certificato.

leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 11:14:55 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

leon3037 ha scritto:
Ultimo scenario di simulazione passata. Entrata sul fondo in uno dei momenti peggiori, e calcolo a 4 anni e 4 mesi. E il 2004 in effetti fu un anno di importanti uscite dai fondi azionari italiani come dimostra sempre Assogestioni


Il risultato, pur avendo incamerato i dividendi, è decisamente negativo. Del 20% circa. E , ovviamente, l’indice ha fatto, al netto dei dividendi, un tondo -40%.




SCENARIO 3


In questo caso invece il discorso cambia . Infatti , nonostante i dividendi, il risparmiatore in fondi è ancora bloccato a -20%. Il possessore del certificato invece se ne esce col suo capitale.
leon3037
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Quali certificati offrono oggi la protezione totale del capitale?


AbaxBank ha un Equity protection 100% con scadenza 13/02/2009.
Valore di riferimento dell’indice : 36000
Prezzo di mercato: 36,80 euro
Codice isin IT0004016678

Valutazione

In questo caso non si può parlare di una vera e propria protezione del capitale in quanto il prezzo da pagare per l’acquisto è pari a 36800 punti di indice. E la barriera di protezione è a 36.000
leon3037
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Inviato il : 23/06/2006 - 11:17:30 Modifica messaggio Elimina messaggio Rispondi citando il messaggio

Deutsche Bank
Equity protection 100% scadenza 17/12/2010
Valore di riferimento dell’indice: 32458
Prezzo di mercato : 98,70
Codice isin DE000DB06212

Valutazione

Lo strike che protegge il capitale è posto a 8,3% dai valori attuali. Ipotizzando per assurdo un indice invariato fino alla scadenza, si avrebbe una perdita dovuta ai dividendi pari a circa il 18%. Quindi, il rimborso sarebbe di 100 euro a fronte dei 98,70 pagati.

leon3037
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Deutsche Bank (in collocamento fino al 14 luglio)
Equity protection 100% scadenza 24/04/2012
Valore di riferimento da rilevare in apertura del 17 luglio
Codice ISIN DE000DB576Z1

valutazione

Si allunga la scadenza e quindi aumenta l’impatto negativo dei dividendi.
   
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