Obiettivo Recovery o Consolidamento: come sfruttare le caratteristiche della nuova serie di Recovery Top Bonus di Unicredit
Articolo del 20/12/2023 12:22:26 a cura della redazione
In un contesto di mercato fortemente direzionale, torniamo a parlare di strutture che possano funzionare come valido switch da altre posizioni o, scenario ancora più calzante, come prese di profitto sul medesimo sottostante: chiamiamo infatti equity substitution quel cambio di cavallo che serve a rimanere in sella ma con un rischio di drawdown più contenuto. Queste operazioni sono di fatto utili per continuare a beneficiare del trend seppur non in modo lineare, aggiungendo però una protezione al ribasso in caso di una fase di mercato negativa. Contestualizziamo in questo modo l’ultima emissione firmata UniCredit di ben 19 Recovery Top Bonus su single stock recentemente arrivata sul mercato secondario.
Si tratta di una emissione che ricalca il classico payoff dei Bonus Cap a cui però si affiancano due caratteristiche che la rendono ancora più interessante: la barriera europea, ovvero rilevata solo alla naturale scadenza (di qui il nome Top Bonus) e l’emissione sotto la pari (di qui il suffisso Recovery).
Ne nasce un’emissione sicuramente meritevole di attenzione perché nell’ormai vastissimo mondo dei certificati con cedola periodica questa tipologia di prodotti occupa una parte residuale, anche se è da apprezzare la duttilità e la semplicità di un payoff facilmente comprensibile.
In generale l’emissione copre due orizzonti temporali: infatti sono due le proposte con scadenza di un anno mentre le restanti 17 sono sulla scadenza biennale. I singoli sottostanti sono scelti tra le principali blue chips di Piazza Affari come Stellantis, Enel, Eni, UniCredit, Intesa San Paolo, Mediobanca, BPER, Banca Generali e Nexi. Completano il quadro delle offerte anche alcuni titoli americani come Tesla, Amazon e Nvidia.
Come detto, rispetto ad altre emissioni arrivate sul secondario, questi certificati nascono sotto la pari ed hanno l’obiettivo di rimborsare alla naturale scadenza il valore nominale, pari a 100 euro, presentando inoltre un’asimmetria positiva di rendimento in caso di evento barriera, proprio per via dello sconto sulla lineare. Ricordiamo in questa occasione quali sono i posizionamenti delle barriere capitali: il 60% dello strike iniziale per le due emissioni con scadenza 2024 e prevalentemente il 50% sulla scadenza successiva, anche se per alcuni titoli c’è la doppia emissione anche con proposte a barriera 60% che, nel pieno rispetto del più classico trade-off rischio-rendimento, rendono ovviamente di più.
IL PAYOFF
La semplicità del payoff è una delle migliori caratteristiche di questa tipologia di prodotto, al pari della quotazione sotto la pari che aiuta nell’acquisto anche dal punto di vista psicologico.
Prendiamo ad esempio il Recovery Top Bonus su Intesa Sanpaolo (Isin DE000HD11CB5) che rimane per altro uno dei più interessanti di questa serie. Il certificato viene attualmente scambiato a 86,5 euro con Intesa Sanpaolo sostanzialmente sulla pari rispetto allo strike iniziale di 2,6245 euro; si tratta di una proposta partita già sotto la pari a quota 85,8 euro. La barriera di questo prodotto è fissata al 60% dello strike, pari ai 1,5747 euro di Intesa. Il differenziale tra il prezzo al di sotto della parità ed il potenziale rimborso del nominale genera un rendimento target del 15,51%, il 7,78% annuo. Sotto il livello barriera rilevato solo alla naturale scadenza, il certificato si aggancerà al sottostante al pari di un investimento lineare nello stesso. L’acquisto sotto la pari però consente implicitamente un ingresso a sconto, creando quella lieve ma comunque importante asimmetria che porta attualmente in uno scenario a -50% a far registrare una performance negativa al certificato del -42%. Su Intesa Sanpaolo esistono due emissioni, quella precedentemente descritta ed un’altra ancora più difensiva, con barriera 50%. Essendo per noi la proposta più interessante, la barriera capitale rilevata solo alla naturale scadenza ci porta paradossalmente a scegliere, statistica alla mano, la soluzione meno protettiva e pertanto più remunerativa. Se infatti analizziamo il titolo sottostante con il massimo drawdown registrato nel corso degli ultimi 10 anni, in nessuna occasione sulla rilevazione a 2 anni il titolo bancario ha rilevato a -40% dal livello di partenza, recuperando in tutte le occasioni i corsi.
Si tratta di soluzioni senza dubbio interessanti, oltremodo distinte da una buona reattività ai movimenti di prezzo dei sottostanti, sia al rialzo ma anche al ribasso anche se bisogna in ogni caso valutare la presenza della barriera capitale, in ogni caso piuttosto lontana. La bassa volatilità di mercato non rappresenta lo scenario ideale di questa serie, ma abbiamo assistito al perdurare di questa fase per moltissimi mesi fatto salvo alcuni aumenti temporanei.
Questa serie può tranquillamente rispondere a svariate esigenze, tra cui annoveriamo anche l’asset allocation tattica su alcuni titoli o storie di mercato, come ad esempio può essere il segmento dei tecnologici USA con i Recovery Top Bonus su Amazon, Nvidia e Tesla. Proprio su queste ultime due ricade il nostro interesse in tal senso, anche per chi ha l’esigenza di spingere sull’acceleratore del rendimento. A tal riguardo il best performer di questa serie è proprio il Recovery Top Bonus su Tesla (Isin DE000HD11C52) che vale oggi un 23,14% di rendimento potenziale con un buffer a scadenza fino al -41% dai correnti 246,72 dollari di Tesla.