Redazione / Approfondimento

CERTIFICATO, QUANTO MI COSTI?

Due diverse ricerche realizzate da ACEPI e dal nostro Ufficio Studi convergono nella stessa direzione. Il certificato prevede costi medi annui inferiori a quelli dei fondi a gestione attiva.

Articolo del 07/12/2023 a cura della redazione

Con la fine dell’anno si avvicina il tempo dei bilanci per gli investitori e nel computo complessivo dei risultati ottenuti non si può fare a meno di considerare la voce dei costi, attorno ai quali non di rado si gioca il saldo di un’annata. Da quello di Assogestioni all’European Securities and Markets Authority ( ESMA), i report di fine anno rappresentano un’indicazione fondamentale per misurare lo stato di salute di un settore di investimento e per alimentare il confronto sul tema sempre molto dibattuto dei costi impliciti ed espliciti.  

Secondo lo studio ESMA Cost and performance of EU Retail Investment products 2023, i fondi UCITS equity hanno evidenziato un costo annuo medio pari al 1,7%, di cui 1,50% rappresentato dalle commissioni di gestione, 0,17% dalle commissioni di ingresso e 0,03% dalle commissioni di uscita. Per i fondi di tipo obbligazionario il costo complessivo medio è pari a 1,2% (1% commissioni di gestione, 0,17% commissione di sottoscrizione e 0,03% commissione di uscita).

Con riferimento al mercato italiano dei fondi, lo studio Morningstar Global Investor Experience Study: Fees and Expenses stima i costi medi ponderati rispettivamente per fondi bilanciati, azionari e obbligazionari in 1,58%, 2,13% e 1,17%.

E i certificati invece come si collocano in questo ambito? La raccolta delle informazioni relative ai costi è risultata sempre molto complessa in quanto non esisteva fino a poco tempo fa un’uniformità nella pubblicazione delle informazioni necessarie e di conseguenza si è finiti spesso per definire i certificati come prodotti “molto costosi”, dove proprio l’assenza di un dato certo alimentava una quantificazione tanto sommaria quanto difficilmente contestabile con i numeri. Tuttavia già da qualche tempo, l’Art. 24 della Mifid II e l’Articolo 50 del Regolamento Delegato impongono alle imprese di investimento di rendere pubblici tutti i costi e gli oneri sia su base ex-ante che su base ex-post e il Regolamento Priips ha introdotto un altro indicatore di costo, l’RIY, inteso non come spesa totale, ma come riduzione di rendimento.

 

I COSTI DAL 2021 AL 2023

Il primo studio è stato realizzato da ACEPI, l’Associazione Certificati e Prodotti di Investimento, sulla base di 1702 certificati emessi da 6 dei principali emittenti associati nel 2021 e 2022. Il costo totale all’emissione è risultato pari al 4,08% per un’incidenza annua pari all’1,20% nel 2021 e 1,05% nel 2022. Il secondo è invece stato condotto dall’Ufficio Studi di Certificati e Derivati partendo da un dataset composto da 11019 certificati, ossia la totalità di quelli emessi sul mercato secondario italiano ( tra SeDeX e Cert-X) nell’intervallo temporale compreso tra il 1° giugno e 31 agosto 2023. Il costo di ingresso complessivo è risultato essere pari a un valore medio del 3,58%, per un’incidenza annua sul rendimento pari all’1,24%. Lo studio è stato inoltre finalizzato a individuare le tipologie di certificati più o meno costose, quali asset sottostanti impongono i maggiori costi e quali sono stati i valori rilevati per singolo emittente.

 

Scarica ora lo studio I costi nei certificati di investimento