Redazione / Approfondimento

COME GESTIRE LA LIQUIDITA’ CON L’ESPOSIZIONE VALUTARIA

Nuovo focus sui Dual Currency, oggi doppiamente interessanti. Spieghiamo il perchè

Articolo del 06/02/2023 a cura della Redazione

Sono già a disposizione da qualche mese, ma paradossalmente è questo il momento più interessante per guardare da vicino i Dual Currency Certificate messi a disposizione da BNP Paribas. Le dinamiche di mercato che stanno influenzando l’Equity e il mercato Forex sono le stesse del 2022, nulla è cambiato, ma a mutare sono state però le attese. E sono le attese a smuovere maggiormente valutazioni ed operatori. Lo abbiamo visto non solo con il recupero dei mercati azionari, ma anche con il forte apprezzamento dell’Euro contro il Dollaro americano che da quei minimi in area 0,95 segna oggi un complessivo + 14,5% circa.

LO SCENARIO MACROECONOMICO

Superata la resistenza di area 1,08 che rappresentava l’ultimo importante spartiacque, l’Eur/Usd ha effettivamente registrato il movimento atteso ovvero quello di raggiungere la soglia psicologica di 1,1. Lì si sono incrociate una serie di dinamiche che vedevano già il Dollar index in situazione di forte ipervenduto e, complice anche le parole dei principali policy maker, abbiamo assistito ad un ripiego significativo dei corsi che in sole tre sedute hanno portato l’Eur/Usd fino a sotto quota 1,07.
Di fondo, ricordiamo come l’Euro sia effettivamente salito molto per il miglioramento degli outlook europei e a seguito con il teorico o forse momentaneo superamento della crisi energetica e il contestuale miglioramento della bilancia commerciale europea. Senza dimenticare il vero trade off del 2023, ovvero se e quando la BCE seguirà la FED sul posizionamento del tasso di riferimento al di sopra della soglia di inflazione, rafforzando ulteriormente l'Euro. I pick sono stati dichiarati, vediamo nei prossimi meeting se ciò non verrà nuovamente riadattato al contesto economico e inflattivo.

La settimana prossima il dato dell’inflazione USA sarà un altro importante indicatore da seguire. Il miglioramento dell’outlook nell’area Euro non è dovuto alla contrazione della domanda quanto al miglioramento parziale della bilancia commerciale in scia al calo dei prezzi energetici. Un'attesa da parte della BCE nel rialzare i tassi di riferimento, tentando di sfruttare una contrazione dell'inflazione, oltre ad un'incremento del dollaro in contesto di aumento del rischio, potrebbe far riscattare quindi le giuste correlazioni per tornare dentro uno scenario di indebolimento del cambio.

I DUAL CURRENCY CERTIFICATE

In questo scenario come anticipato si sposano perfettamente i Dual Currency Certificate di BNP Paribas, che rappresentano una interessante novità sul mercato italiano. Si tratta di certificati con scadenza di breve periodo, attualmente 3 mesi e 6 mesi, nati con l’obiettivo di consentire una migliore allocazione della liquidità sfruttando però l’esposizione valutaria in dollari.

In generale i Dual Currency Certificate sono prodotti che permettono di ottenere un interessante ritorno alternativo al mantenimento del capitale in contante, nell’aspettativa che l’euro non si apprezzi nei confronti del Dollaro USA. I Dual Currency Certificate consentono al verificarsi di determinate condizioni di incrementare il rendimento della liquidità in portafoglio, con orizzonti temporali di investimento compresi tra uno e dodici mesi. Questi certificati mettono quindi a sistema l’esposizione valutaria con tassi di rendimento molto più alti di quelli di mercato con orizzonti temporali molto brevi. Questa soluzione di investimento risulta essere alternativa e molto più efficiente dei tradizionali conti correnti multicurrency e degli annessi pronti contro termine in valuta. Prima di entrare nel dettaglio del funzionamento chiariamo fin da subito il motivo di queste due affermazioni. Da un lato sui tradizionali multicurrency al tasso di cambio Eur/Usd spot corrente viene solitamente applicato uno spread più o meno ampio, mentre nei Dual Currency Certificate il fixing (valido per la chiusura dell’operazione) viene gestito internamente da BNP Paribas senza spread. Il rendimento offerto dai Dual Currency Certificate è fisso con l’ammontare che varia in relazione al posizionamento della soglia di protezione sul cambio sottostante. In ogni caso, proprio per questa aleatorietà che incide solo sulla protezione del capitale, i rendimenti sono più alti di un'obbligazione governativa a breve termine. Oltremodo a differenza di quest’ultimi, essendo quotati sul mercato regolamentato di Borsa Italiana, i Dual Currency Certificate possono essere smobilizzati in qualunque momento. A chiudere rispetto al confronto proposto, anche l’efficienza fiscale in termini di compensazione che accompagna i Dual Currency Certificate e non le forme tradizionali di investimento della liquidità a breve termine.

IL FUNZIONAMENTO

Il payoff dei Dual Currency Certificate è piuttosto semplice, ogni certificato a scadenza metterà in pagamento il premio previsto a prescindere dal livello raggiunto dall’Eur/Usd, con quest’ultimo che invece impatterà sulla capacità o meno da parte del certificato di rimborsare l’intero nominale. Se a scadenza il valore del tasso di cambio Eur/Usd è pari o inferiore al tasso di strike (Gain Scenario), l’investitore riceve il valore nominale del certificato (100 euro) più il premio previsto in euro. Qualora invece il tasso di cambio Eur/Usd dovesse essere superiore al tasso di strike (Worst Scenario) il certificato rimborsa un importo in euro pari al valore nominale convertito in dollari al tasso di strike iniziale oltre il premio previsto. Si comprende come nel caso peggiore per l’investitore, il certificato oltre a pagare il premio previsto, genererà una perdita legata alla svalutazione del dollaro contro l’euro.

L’OFFERTA

Attualmente sono quotati un totale di 18 Dual Currency Certificate, 12 con scadenza 17 marzo 2023 e 6 con scadenza 16 giugno 2023. Guardiamo inizialmente la scadenza di marzo, dove è abbastanza evidente la relazione tra posizionamento del livello di strike rispetto allo spot attuale e l’ammontare del rendimento potenziale previsto. Come è logico attendersi, più è lontano dai livelli correnti il livello di strike e maggiore è la remunerazione. Con l’attuale quotazione dell’Eur/Usd a quota 1,085, il Dual Currency Certificate con strike più basso, ovvero a 1,01 (Isin NLBNPIT1KE61), è quello distinto da un livello di premio più alto (4,04%), che sale al 7,81% in considerazione anche del prezzo sotto la pari (96,50 euro contro i 100 euro nominali).

Questo rendimento va quindi confrontato con i due certificati di recentissima emissione e sulla carta più conservativi ovvero i Dual Currency Certificate con strike 1,11 (Isin NLBNPIT1LT97) e 1,10 (Isin NLBNPIT1LT89) sempre sulla scadenza di marzo 2023 che prevedono premi rispettivamente pari allo 0,72% e all’1,02%, che valgono attualmente su base annua il 4,71% e il 6,88%. Per puntare ad un quadro di lateralità è utile guardare anche allo strike 1,09 (Isin NLBNPIT1KOF0)con cedola 1,57% che rientra in questa gamma di tre prodotti utili per monetizzare uno scenario laterale che massimizza il rendimento in maniera più che proporzionale rispetto a tenere liquidità ferma in portafoglio in valuta scoperta.

Rendimenti più che proporzionali invece se consideriamo plausibile uno scenario di deprezzamento dell’Euro contro il Dollaro, ad esempio con un Eur/Usd tornato a quota 1,06 tornerebbe in the Money il Dual Currency Certificate (Isin NLBNPIT1KOC7) con strike fissato proprio su questo livello. Considerando il differenziale sul nominale e il premio proposto, il rendimento salirebbe al 3,35% complessivo in poco più di due mesi.

Spostando l’orizzonte temporale a giugno, tutte le proposte si trovano nell’intorno degli attuali prezzi del cambio. Avere ulteriore buffer anche per valori superiori ai corsi correnti dell’Eur/Usd crea situazioni di rendimento e flessibilità molto interessanti. Se prendiamo ad esempio il Dual Currency Certificate (Isin NLBNPIT1LTF7) scadenza giugno con strike 1,1, si prende posizione su una resistenza psicologica molto importante, si acquista sotto la pari il certificato (99,40 euro) e si punta ad un rendimento complessivo del 2,50% (il 6,47% annuo) in virtù di un premio dell’1,94%.

Insomma un nuovo payoff che ora è ancora più interessante rispetto ad un quadro macro che potrebbe tornare nel breve termine ad appannaggio del Dollaro. Una struttura che come evidenziato in molte proposte da anche spazio di deprezzamento e quindi di flessibilità. Senza considerare i rendimenti che in uno scenario favorevole non sono comparabili con i rendimenti che il mercato su asset class equivalenti oggi offre.