La crescita del prezzo dell’argento quest’anno ha testimoniato come le politiche monetarie espansive stimolino l’inflazione specialmente sulle materie prime.
Articolo del 23/11/2020 a cura della redazione
Negli ultimi anni la contrazione dell’attività economica e il rallentamento della velocità di circolazione della moneta sono stati i principali nemici delle banche centrali che hanno risposto impostando delle linee guida di politica monetaria accomodanti al fine di stimolare l’inflazione e riportarla a livelli sostenibili per la crescita.
La pandemia da Covid-19 ha fortemente frenato questo processo e il bisogno di finanziamenti da parte di privati e imprese ha spinto le banche centrali a intervenire immettendo nuovamente immense masse di liquidità nel sistema finanziario.
Gli effetti di queste politiche sono un forte rialzo dell’inflazione che ha immediati risvolti sulle materie prime, come l’argento che ha effettuato una performance di quasi il 200% dai minimi di marzo, dopo anni di quotazioni sotto i 20 dollari l’oncia.
Questo metallo prezioso si posiziona tra le materie prime utili per la produzione industriale e la domanda è fortemente stimolata in periodi di crescita economica, contrariamente all’oro che viene solitamente considerato come asset per le coperture di portafoglio e che tende quindi a sovraperformare in situazioni di risk-off.
La crescita quest’anno è giustificata anche dal fatto che le quotazioni dell’argento, prima della salita degli ultimi mesi, erano relativamente basse rispetto al valore del mercato azionario, prendendo come riferimento l’indice S&P500, e dell’oro.
Infatti, ad aprile 2020 era possibile comprare 115 once di argento con una sola di oro, contro una media storica di 60. Solitamente gli investitori, di fronte a tali comportamenti, tendono ad acquistare ciò che risulta più economico, liquidando le posizioni accumulate sul sottostante maggiormente performante e provocando così un cambiamento degli equilibri.
Per quanto riguarda la stagionalità, il prezzo dell’argento tende a salire nei mesi di gennaio, febbraio e luglio, mentre nei mesi restanti le performance tendono ad essere leggermente negative. Al momento, la struttura a termine dei contratti futures ci indica che ci troviamo in situazione di contango, ovvero con i prezzi odierni minori dei prezzi futuri e l’indicatore Momentum 12M, ovvero la performance rispetto ai 12 mesi precedenti, ci indica un trend di fondo rialzista.
L’outlook, pertanto, rimane positivo e non si esclude la possibilità di ulteriori salite al di sopra dei 30 dollari l’oncia.
Si aprono quindi diverse possibilità di investimento, sia di breve che di lungo periodo, e l’emittente Societe Generale mette a disposizione una vasta gamma di prodotti su svariati sottostanti con i quali è possibile investire scegliendo le caratteristiche che si sposano meglio con le proprie esigenze.
Prendendo un prodotto in ottica di un investimento di lungo periodo, come l’ETC sul Silver Future March 2021 (ISIN: XS1526242711), possiamo aprire una posizione lunga sul sottostante con una partecipazione lineare senza essere vincolati ad una scadenza, in quanto questa tipologia di prodotti hanno la caratteristica di essere Open-End.
Se invece preferiamo impostare operazioni di durata intraday o comunque di brevissimo periodo, possiamo scegliere un certificato a Leva Fissa, come ad esempio il LU2149249869 a Leva Fissa 7X per cavalcare eventuali allunghi dell’argento o specularmente il Leva Fissa -7X su Silver Future March 2021 (ISIN: LU2215916821) che permette di aprire una posizione ribassista amplificando di sette volte le performance del sottostante.