Due bond firmati SocGen per sfruttare una dinamica di riduzione o aumento dei tassi di interesse di mercato nel medio termine.
Articolo del 20/01/2025 10:44:30 a cura della redazione
Non sempre tutto va nella direzione attesa soprattutto nelle modalità e nelle tempistiche. Anche se paradossalmente la stagione di politica monetaria espansiva è iniziata da tempo, le guidance di FED e BCE sono state nel tempo più volte riviste in ragione dei dati macro e sull’inflazione, così che anche le tempistiche e l’intensità dei tagli si sono diradate nel tempo.
L’inflazione è tornata ad affacciarsi soprattutto in America, dove complice anche il buono stato dell’economia, si è confermata la view di previsione di tassi più alti di quelli inizialmente previsti per il 2025, dinamica che non trova riscontro in Europa e cartina di tornasole di tale disallineamento è il livello del tasso di cambio Eur/Usd. Un dollaro forte contro la divisa unica sconta un differenziale di tassi di interesse a favore degli Stati Uniti rispetto ai tassi europei.
Guardando alle attese vediamo cosa il mercato stima rispetto ai movimenti di BCE e FED. Partiamo da quest’ultima dove il numero di tagli prezzati dal mercato nel corso del 2025 sono due, di cui il primo dato per certo e il secondo al 70% di probabilità, per complessivi 0,50%, mentre in Europa i tagli attesi sono 4 attesi per 100 bp di taglio totale.
Guardando invece alle curve decennali, i tassi di interesse stanno scambiando ben oltre la media a sei mesi e sostanzialmente pari alla media dell’ultimo anno. Anche qui confermando che il treno obbligazionario può dirsi ancora in partenza e che lo scenario prospettato di ribasso dei tassi di riferimento ufficiale, non è coinciso con un abbassamento del livello dei tassi di interesse.
Le linee Maginot che abbiamo più volte indicato sul fronte delle scadenze decennali che poteva certificare il reale cambio di trend e del sentiment erano a nostro avviso la rottura del 4% del decennale USA, del 3% per quello italiano e de 2% per quello tedesco. Livelli che invero si sono fino ad oggi dimostrati un vero e proprio floor.
Questo il quadro sul mercato obbligazionario, mentre ora scendiamo nel dettaglio delle ultime due obbligazioni firmate Societe Generale arrivate sul mercato secondario, che offrono ai risparmiatori una duplice chiave di lettura per seguire l’incerta dinamica dei tassi.
VIEW RIBASSO DEI TASSI
Per chi si attende nel medio termine una contrazione del livello medio dei tassi di mercato, potrà guardare con interesse all’Obbligazione Callable Reverse Floater su Euribor 3m (Isin XS2970836784). Questa obbligazione con scadenza complessiva di quindici anni, richiamabile a discrezione dell’emittente dopo il primo anno di vita (gennaio 2026), prevede un primo premio fisso del 6,5% al primo anno per poi passare ad un parametro variabile di tipo reverse. Infatti il tasso variabile valido dal secondo al quindicesimo anno di vita sarà pari al 6,5% decurtato del tasso Euribor trimestrale.
Si comprende come più sarà basso il parametro di riferimento (Euribor 3m), più le cedole future saranno alte. Quindi qualora l’investitore si aspetti una discesa dei tassi e conseguentemente una contrazione dell’Euribor, il flusso cedolare dell’obbligazione tenderà ad aumentare. E’ un bond che per struttura risulta essere particolarmente sensibile proprio alla dinamica dei tassi.
VIEW RIALZO DEI TASSI
Per chi invece abbia aspettative moderatamente rialziste dei tassi, riducendo considerevolmente il rischio tassi della propria obbligazione, può invece far riferimento all’Obbligazione Callable Leverage Floater su Euribor 3m (Isin XS2970836511). Questa obbligazione prevede cedole del 4,8% al primo anno per poi passare ad un parametro variabile con effetto leva, ovvero il 150% dell’Euribor trimestrale. Identica la scadenza quindicennale come il bond precedente, dal quale eredita anche le modalità di attivazione dell’opzione callable a discrezione dell’emittente.
Maggiori informazioni sono disponibili su https://markets.societegenerale.com/floaters/p/1 .