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Analisi Fondamentale Basf SE

Crescita ferma e prezzi in contrazione: il rallentamento di Basf

Articolo del 11/10/2024 10:43:27 a cura della redazione

Overview Società

BASF (Badische Anilin-und Sodafabrik) è una multinazionale tedesca con sede a Ludwigshafen, in Renania-Palatinato, principale produttore al mondo di prodotti chimici per l’industria e per l’agricoltura, come coloranti, materiali plastici e pesticidi. Il gruppo opera attraverso le sue controllate e joint venture in più di 80 paesi nel mondo e tramite 400 siti produttivi in tutto il globo. Nata nel 1865 come produttrice di coloranti, BASF crebbe esponenzialmente grazie ad un’invenzione da parte di uno dei suoi dipendenti, Fritz Haber, che mise appunto insieme a Carl Bosch un metodo per la sintesi industriale dell’ammoniaca, in seguito noto come Processo Haber-Bosch. Dopo la rifondazione del secondo dopoguerra, insieme a Bayer ha acquisito Herbol, produttore di film e pellicole (1970) e la Wyandotte Chemical Company, produttrice di plastiche, erbicidi ed antigelo. Dopo aver venduto ad Akzo Nobel il business dei film (1999), BASF ha poi acquisto nel 2006 Engelhard (ideatrice del catalizzatore) e nel 2010 Cognis (operante nella produzione di prodotti chimici speciali). Nel 2020 il gruppo è stato multato insieme a Bayer nell’ambito della causa intentata da un produttore di pesche contro la Monsanto (acquisita proprio da Bayer), a causa degli erbicidi da questa prodotti. Quotata a Francoforte, è inclusa nel Dax fin dal 1990.

Conto Economico

BASF ha chiuso il primo semestre con ricavi in calo del 9,7% a €33,6 mld (vs i €37,3 mld di H1 2023), a causa dei prezzi di vendita in diminuzione (-8,6%) in tutti i comparti di business, in particolar modo quello dei catalizzatori. Conseguentemente, l’EBITDA si è ridotto in termini assoluti da €4,72 mld a €4,22 mld (EBITDA margin calato dal 12,6% all’11,3%) e l’EBIT è passato da €2,0 mld a €1,9 mld (EBIT margin pari al 5,9%). Il calo del 2024 è poi seguito a quello ancora più evidente del 2023 (ricavi -21% ed EBITDA -34%). Il risultato della gestione finanziaria rimane sostanzialmente in linea con lo scorso anno. Il tax rate è poi tornato al 16,5% in linea con i valori precedenti non alterati da crediti fiscali una tantum; il semestre si è chiuso in profitto per €1,8 mld, in calo rispetto ai €2,16 mld della prima metà del 2023.

Fonte Bloomberg

Business Mix

Il fatturato di BASF è suddiviso piuttosto equamente tra tutti i segmenti di business: Surface Technologies in primis con il 29,2% dei ricavi, Agricultural Solutions con il 15,4% e Materials con il 21,5%. Quote leggermente minori sono generate da Chemicals (15,8%), Industrial Solutions (12,2%) e Nutrition & Care (10,4%). A livello geografico, la maggior parte del fatturato proviene dall’Europa (40%, di cui la quota più significativa in Germania), seguita da Nord America (27,6%) ed Asia Pacifico (24,9%).

Fonte Bloomberg

Fonte Bloomberg

Indici di Bilancio

La posizione finanziaria netta di BASF è attualmente pari a €21,4 mld, in linea rispetto al debito netto di fine 2023, comunque ancora sostenibile in relazione all’EBITDA (PFN/EBITDA pari ad 2,5x). La sostenibilità del debito è inoltre confermata dall’interest coverage ratio, pari a 4,8. I flussi di cassa operativi generati dalla società sono costantemente positivi; il management ha tuttavia optato per tagliare il dividendo, da 3,40 euro a 2,25 euro.

Fonte Bloomberg

Market Multiples

Le valutazioni relative di BASF risultano a sconto se paragonate a quelle degli ultimi 5 anni, probabilmente a causa dei risultati non entusiasmanti della società negli ultimi trimestri: il multiplo EV/EBITDA corrente è pari a 9,6x (7,2x se prendiamo il forward a due anni), decisamente al di sotto dell’8,5x medio del periodo 2019-2023. Lo stesso si può dire per l’EV/Sales (0,9x il forward a due anni vs 1,3x storico).

Fonte Bloomberg

Consensus

Il consensus da parte degli analisti è positivo rispetto agli attuali prezzi del titolo (16 giudizi buy, 10 hold ed 2 sell) con target price medio a 12 mesi fissato a 52,75 euro. I giudizi più recenti sono attribuibili a Bernstein (54 euro, outperform), Oddo (63 euro, outperform), BNP Paribas (42 euro, underperform), Jefferies (43 euro, hold) e HSBC (45 euro, hold).

Fonte Bloomberg