Redazione / Approfondimento

CERTIFICATI PER TUTTE LE STAGIONI

Li abbiamo soprannominati i “sempreverdi”, ovvero quei certificati a capitale protetto condizionato con l’analisi di scenario sempre positiva. Grazie al CED|LAB una selezione di proposte dal secondario.

Articolo del 27/06/2024 11:14:54 a cura della redazione

Nell’ambito del processo di maturità che ha distinto l’industria soprattutto nell’ultimo biennio, abbiamo più volte segnalato la capacità di far nascere strutture e payoff sempre diversi, non solo in grado di adattarsi all’attuale contesto di mercato, ma anche idonei a rispondere alle variegate esigenze della clientela. Tra questi, un grosso sforzo è stato quello di alzare l’asticella della protezione, al fine di avvicinare al mercato equity anche la clientela meno avvezza al rischio, sfruttando le molteplici opzioni accessorie contenute negli Investment. È stato a nostro avviso un importante passaggio che ha portato gli investitori a puntare a rendimenti tipici del mercato azionario gestendo però in maniera maggiormente efficiente la parte dei rischi.

La maturità dell’industria dei certificati di investimento è divenuta lampante quando, sempre in tale ottica, si è cercato di sfruttare ogni mix di caratteristiche e market timing per alzare l’asticella della protezione. Dai Low Barrier, agli Airbag, ai Fixed a cedola incondizionata, e in seconda battuta annoveriamo anche gli Step Down, i “Fast” e trigger autocall già sotto la pari fin dalla prima data di osservazione. Opzioni resilienti sia a sé stanti e ancora di più se aggiunte in serie.

Fin qui il ragionamento valido nel momento dell’emissione, con l’investitore che, anche solo avendo un minimo di familiarità con i nomi commerciali, è da solo messo nelle condizioni di capire e quantificare la resilienza del prodotto, ma qualcosa può muoversi anche di più rispetto ad un approccio dinamico successivo all’emissione. Per una concomitanza di fattori, come possono essere da un lato il buon andamento dei sottostanti o dall’altro strutture con autocall più lontano nel tempo o del tutto prive di questo meccanismo (si pensi ad esempio al mondo “callable”), possono nascere situazioni ancora più protettive rispetto a quanto previsto all’emissione.

È infatti su questa direttrice che vogliamo impostare questo nostro approfondimento. Prima però un piccolo passo indietro, perché il contesto di mercato suggerirebbe di diminuire il rischio del proprio portafoglio, complice non solo l’avviso della stagione estiva, ma anche considerate la volatilità pericolosamente compressa sui minimi e la ritrovate instabilità politiche nel Vecchio Continente dopo le consultazioni europee.

L’eventualità di consolidare i guadagni e spostarsi su strutture più difensive che creino asimmetria al ribasso e una maggiore tenuta dei prezzi in caso di discese, potrebbe non essere la strategia sbagliata, considerando che a fronte di una maggiore protezione si ha in ogni caso la possibilità di guadagnare ai rialzi anche se in forma minore, diversa e “cappata” da soli flussi di premi previsti. Un trade off che a nostro avviso potrebbe essere molto premiante.

Utilizzando la ricerca avanzata del CED|LAB, abbiamo filtrato sul panorama dei certificati quotati sul mercato secondario, tutti quei prodotti con una distanza dalla barriera con un buffer minimo del 70%. In questo caso siamo sicuri che il filtro rilascerà certificati che presentano saldi positivi anche sullo scenario -70% dai valori correnti del sottostante o del worst of qualora il sottostante sia un basket. Da questi certificati abbiamo poi richiesto di scemare la scelta a fronte di un rendimento minimo del 6% annuo.

 

I SEMPREVERDI

Passiamo ora in rassegna i certificati di questa selezione, con la maggior parte dei quali abbraccia il mix di opzioni accessorie più resilienti ovvero il connubio tra cedola fissa incondizionata, lunga scadenza ed effetto Airbag. Stiamo parlando infatti delle serie denominati Fixed Cash Collect Airbag, strutture che anche all’atto di emissione garantiscono il miglior approccio rischio-rendimento, per chi volesse alzare l’asticella della protezione.

Passiamo in rassegna il Fixed Cash Collect Airbag di Marex (Isin IT0006761867) sul settore tecnologico USA, che vede come sottostante i titoli Amazon, Alphabet, Meta e Netflix con rialzi compresi da strike tra il +21% di Amazon e il +40% di Netflix. Certificato che protegge fino alla barriera del 55%, cedola incondizionata mensile dello 0,63% ed effetto Airbag a scadenza. Prima finestra di uscita anticipata ad aprile 2025. Nonostante il prezzo sopra la pari, che non deve mai essere una discriminante sulla scelta del prodotto, il certificato ad oggi anche sullo scenario a -70% presenta un saldo positivo del +4,8%.

Stessa analoga sorte la ritroviamo su un altro certificato targato Marex su un altro comparto che ha corso molto, creando le medesime condizioni viste per il settore tech USA. Stiamo parlando del Fixed Cash Collect Airbag (Isin IT0006759267) sul settore bancario con worst of attualmente a +32% da strike. Prezzo del certificato da valutare in ottica di prossimo autocall, quindi operativamente interessante se preso quanto più sotto il prezzo dei 1025 euro circa. Questo certificato rappresenta un caso emblematico di “sempre verde” dove anche lo scenario a scadenza a -70% sarebbe oltremodo positivo, ma attenzione che tutto ciò non vale qualora vada a scattare l’autocall durante la vita del prodotto.

Non è un sempreverde davvero per poco, ma la dinamica delle spiccate doti difensive ci porta comunque a dover parlare di questa struttura ancora una volta targata Marex appartenente al filone dei Fixed Cash Collect Airbag Step Down (Isin IT0006761578). Come sottostanti troviamo ancora una volta le banche europee con attualmente il titolo SocGen worst of del basket a -6,6% da strike e prezzo ask sotto la pari a 989,1 euro. Barriera 50%, effetto Airbag a scadenza e premi fissi mensili dello 0,584%. Rispetto ai precedenti, la prima finestra autocall è a gennaio 2025 con trigger decrescente dell’1% a mese a partire dallo strike iniziale. Sulla carta è un certificato che rispetto ai precedenti può potenzialmente rimanere in portafoglio più a lungo, ma sullo scenario estremo a -70% presenta però un lieve e assolutamente gestibile segno meno (-10,9%), ma stiamo sempre parlando di perdite e scenari davvero limite. Per tutti gli altri livelli di sottostante, l’analisi di scenario parla di un 7,21% annuo di rendimento.

Cambiamo payoff e andiamo a commentare i certificati dotati di opzione callable. Facendo un piccolo passo indietro, questi certificati non richiamano in maniera automatica e diretta ma viene data la facoltà all’emittente di attivare o meno questa facoltà. In questo ambito vanno quindi considerate altre variabili, tra cui i tassi di interesse, che sono pur sempre una leva fondamentale per la nascita degli Investment, nonché la volatilità del sottostante di riferimento. Seppur con un impatto differente, la dinamica che ha visto aumentare i tassi di interesse di mercato e la discesa della volatilità, non hanno ancora creato le giuste condizioni per rendere conveniente per l’emittente esercitare l’opzione callable.

Questo scenario di fondo crea delle condizioni interessanti di asimmetria da valutare sempre però con la possibilità di attivazione dell’opzione callable. Un interessante esempio è il Fixed Cash Collect Callable (Isin GB00BR9VL650) di Goldman Sachs su Intesa Sanpaolo che sta viaggiando addirittura a +45% da strike. Il buffer barriera è davvero considerevole (parliamo di un -72% dai livelli attuali del titolo) anche in ragione della barriera capitale, posizionata al 40% dallo strike iniziale, che lo rende uno dei certificati maggiormente difensivi attualmente sul mercato. Il prodotto paga poi un flusso di premi dell’1,55% su base trimestrale, che potrebbe però essere interrotto ad ogni data di rilevamento dall’emittente.

Stesso identico approccio anche per un altro Fixed Cash Collect Callable (Isin GB00BR9VL650) di Goldman Sachs agganciato ai titoli Unicredit, Intesa Sanpaolo e Bank of America, con quest’ultima worst of ma a +23% da strike. In questo caso cedola mensile fissa incondizionata dello 0,55%, opzione callable già potenzialmente attiva, barriera capitale addirittura al 35%. Certificato che va in sofferenza alla scadenza per livelli di perdite superiori al -72% dai valori correnti del worst of.