Unicredit nella duplice veste di emittente e sottostante ha emesso 19 nuovi certificati a barriera 50% con autocall ravvicinato e cedole tra lo 0,78% e l’1,18% mensile
Articolo del 06/03/2024 09:58:42 a cura della redazione
Il mercato dei certificati di investimento sta continuamente esplorando nuove soluzioni e nuovi mix di opzioni accessorie, per tenere alto l’appeal in un quadro di variabili di mercato che progressivamente tenderà ad accorciare la flessibilità e gli spazi di manovra degli emittenti. Se in passato abbiamo visto l’inevitabile inserimento di opzioni come il Cap e poi il basket worst of (bassa correlazione), a prendere piede in questo primo scorcio di 2024 sono invece le strutture “fast”.
L’inserimento pressoché immediato di finestre autocallable già a partire dai primi mesi di vita, se da un lato aumenta la probabilità che il certificato richiami prima della naturale scadenza, finanziariamente aumenta anche la probabilità che il certificato vada a staccare un ammontare molto più ridotto di cedole, proprio perché si ipotizza che tenderà ad estinguersi prima con più facilità. In ragione di questa dinamica, a parità di altre condizioni, il flusso cedolare risulterà più alto. L’emittente, semplificando, inserendo l’autocall già sulle prime date di rilevazione, è in grado di alzare l’ammontare cedolare senza snaturare le caratteristiche di rischio-rendimento generali.
Questa è la leva principale su cui sia emittenti che gli investitori si stanno trovando attualmente a loro agio. Ovviamente rimane sempre d’attualità il dualismo se prediligere autocall facilitati o meno, per sfruttare comunque anche la dinamica dei tassi d’interesse che potrebbero, ma non prima di 6 mesi, deprimere una leva che si è dimostrata fin qui indispensabile e quindi sfruttabile ancora su quelle strutture ad autocall posticipato nel tempo.
Tra le recenti emissioni abbiamo deciso di approfondire l’ultima gamma arrivata sul secondario firmata UniCredit che conta un totale di 19 proposte e che abbraccia, anche a livello di sottostanti, valide idee di investimento con particolare riferimento ai sottostanti italiani sempre graditi ai risparmiatori.
Per una volta puntiamo prima l’attenzione proprio sul ventaglio di sottostanti e successivamente andremo a fondo con il funzionamento, proprio perché il mix di titoli che compongono il basket worst of rappresenta evidentemente uno sforzo da parte dell’emittente, per andare a coprire più soluzioni possibili e rappresentare anche strumenti di tipo Equity Substitution soprattutto da quei titoli che hanno effettivamente corso molto come UniCredit, STM e Stellantis. Va ricordato, perché non lo avevamo riportato prima su questa rivista, che questa rappresenta una delle primissime gamme dove UniCredit (emittente) ha potuto inserire UniCredit (titolo) come sottostante dei propri certificati. Una novità non da poco per gli investitori. L’emissione conta in totale ben 16 basket worst of su titoli italiani, muovendo l’offerta da basket da 2 titoli a 4 titoli. Una proposta abbraccia invece il comparto bancario europeo con Banco BPM, BNP Paribas, SocGen e UniCredit che rimane un tema di investimento assolutamente interessante, mentre merita menzione una proposta diversificata che vede la contemporanea presenza di AMD, TotalEnergies, UniCredit e Volkswagen utile a spingere il rendimento fino all’1,17% mensile mantenendo ferma la barriera capitale al 50%.
Passiamo ora in rassegna il payoff e quindi il funzionamento di questa serie i cui connotati distintivi in termini di durata massima triennale, barriera capitale al 50% e meccanismo di autocall rimane invariato per tutte le proposte. A variare è l’ammontare della cedola che evidentemente riflette il rischio insito nei sottostanti. Per la nostra analisi abbiamo scelto il Cash Collect Memory Step Down (Isin DE000HD2T336) agganciato ai titoli STM, Eni, Stellantis e UniCredit. Lo abbiamo scelto perché in termini di sottostanti ci si muove dal mero comparto bancario e potrebbe rappresentare un prodotto da portafoglio utile per replicare la componente Equity del mercato italiano. Come già anticipato, la barriera capitale è posizionata al 50%, livello utile anche per il pagamento dei premi periodici che si attestano allo 0,99% mensile. Entriamo ora nel funzionamento e in particolare sulla struttura “fast” che vede già a partire dal terzo mese, ovvero con prima rilevazione fissata il 16 maggio, la presenza dell’opzione autocallable, presente inizialmente con trigger del 100% per poi decrescere del 5% ogni sei rilevazioni. Ricordiamo ancora una volta come questa struttura, in particolare con finestre di uscita anticipata così ravvicinate, permetta al certificato di avere un boost sulla cedola mensile. Rispetto ad altre emissioni simili presenti sul secondario, possiamo considerarla una struttura “fast” equilibrata perché il meccanismo step down si arresterà a quota 85% di trigger fino alla naturale scadenza.
Lo leggiamo come un buon trade off, con la struttura capace di essere monetizzata nel breve termine ma anche di rimanere in portafoglio ed avere un flusso più alto della media di mercato in un contesto di moderato ribasso dei mercati e di taglio dei tassi di interesse di riferimento. Una view tutt’altro che improbabile stando alle previsioni attuali.
Con cedole mensili dell’1,18% non possiamo che citare i due top performer di questa serie che inevitabilmente vanno ad abbracciare gran parte del settore bancario a livello di sottostanti, che rimane ancora l’unico che consente all’emittente di monetizzare la leva della volatilità e soprattutto degli elevati dividendi che gli istituti finanziari stanno staccando ai propri azionisti. Citiamo a tal riguardo sia il Cash Collect Memory Step Down su Banco BPM, BPER, Intesa Sanpaolo e UniCredit (Isin DE000HD2T3C0) che il Cash Collect Memory Step Down che lega le sue sorti a Banco BPM, Intesa Sanpaolo, UniCredit e Stellantis (Isin DE000HD2T3E6). Utili in ottica di diversificazione segnaliamo un basket a tre composto da Enel, Telecom Italia e UniCredit (Isin DE000HD2T377) che riesce ad esprimere una cedola mensile dello 0,97%, ma anche un altro basket a tre composto da Ferrari, Salvatore Ferragamo e UniCredit (Isin DE000HD2T3A4) che arriva invece allo 0,85% mensile.