E’ accaduto oggi a un Bonus Cap sul titolo Morphosys. Azione in caduta libera del 30% e il certificato in rialzo del 30%. E non si trattava di un certificato short.
Articolo del 21/11/2023 a cura della redazione
Chiunque abbia partecipato ad almeno un corso di formazione sui certificati avrà sentito dire che nella formazione dei prezzi di un certificato con barriera, la componente della volatilità assume talvolta un peso maggiore di quello relativo all’andamento del sottostante. Ciò che è accaduto in questi ultimi giorni a un Bonus Cap emesso da Unicredit con scadenza 14 dicembre 2023 ha tuttavia dell’incredibile e merita di essere raccontato prima di finire nei manuali di formazione.
CASE STUDY
Il certificato oggetto del più classico dei “casi studio” è un Bonus Cap emesso da Unicredit il 30 marzo 2023 con scadenza 14 dicembre 2023. Il suo codice ISIN è DE000HC5KW43 e il sottostante è il titolo Morphosys , azienda biofarmaceutica tedesca, quotato sulla borsa tedesca a un prezzo medio di circa 27 euro nei primi 15 giorni di novembre. Il certificato, alla scadenza naturale, prevederebbe un rimborso complessivo di 130 euro , pari a 100 euro nominali maggiorati di un Bonus pari al 30%, a condizione che le quotazioni del titolo Morphosys siano rimaste sempre al di sopra della barriera continua posta a 9,03 euro. Nonostante la distanza da barriera superiore al 60%, il certificato non ha mai esposto un prezzo bid del Liquidity Provider superiore a 106 euro, lasciando pertanto spazio a un rendimento potenziale del 24% circa in circa un mese. La notevole distanza tra prezzo dell’azione e la barriera, nonostante la trimestrale da rilasciare, ha spinto molti investitori a offrire prezzi superiori a 120 euro nelle ultime tre settimane, che tuttavia a causa dei massimi scostamenti previsti dai nuovi regolamenti di Borsa per i certificati in Bid Only, non sono mai stati eseguiti.
Ciò che appariva come un prezzo del LP fin troppo basso per l’abissale distanza dalla barriera era in realtà giustificato dalla volatilità implicita dell’azione a livelli a dir poco “monstre”. Come si potrà osservare dal grafico successivo, infatti, la volatilità implicita a 3 mesi dell’azione ha raggiunto valori superiori al 200% , con punte del 298% per la volatilità a 30 giorni. Con un simile livello di volatilità, anche una distanza da barriera del 65% veniva considerata poco utile ai fini del pagamento del Bonus a scadenza.
IL D-DAY
Ma un simile livello di volatilità da cosa era causato? Oltre al rilascio della trimestrale, diffusa senza troppi scossoni il 15 novembre, il mercato stava attendendo gli esiti dello studio di un farmaco in fase avanzata a cui l’azienda biofarmaceutica sta lavorando da tempo. Nella mattinata odierna ( 21 novembre) le notizie non sono state confortanti e su alcuni dubbi normativi legati alla prosecuzione degli studi, il titolo Morphosys ha accusato un crollo delle proprie azioni, affondando a circa 15 euro con una performance di -30%. A quel punto, la distanza dalla barriera continua si era ridotta considerevolmente, incrementando le probabilità di un suo raggiungimento prima della scadenza del 14 dicembre. Il certificato, nella prima ora di contrattazioni, ha visto cosi il LP esporre un prezzo bid pari a circa 90 euro.
Quello che è successo nel corso della mattinata ha tuttavia ribaltato completamente la situazione per gli investitori, con il certificato che all’improvviso è balzato da 90 a 120 euro ( +33%). Inspiegabile per molti osservatori del mercato, il LP ha semplicemente iniziato a prezzare una volatilità dimezzata rispetto all’apertura di giornata, conseguenza del “sell on news” delle opzioni acquistate a copertura.
La conclusione è nel titolo di questo speciale approfondimento realizzato dall’Ufficio Studi di Certificati e Derivati: a fronte di un crollo dell’azione sottostante pari al 30%, il relativo certificato ha reagito apprezzandosi del 30%, grazie al contributo determinante della volatilità che nel contempo ha subito un ribasso di ben 100 punti.
Grazie a questo certificato e alla straordinaria volatilità implicita dell’azione sottostante abbiamo potuto toccare con mano quanto presente nei manuali di testo: mai guardare al solo andamento del sottostante e alla distanza dalle barriere per valutare un certificato, ma è sempre necessario considerare la sua volatilità per misurarne correttamente il rischio.